Guido Monzino -19 Maggio 1971 conquista il Polo Nord

Polo Nord 1971 Guido Monzino
Polo Nord 1971 Guido Monzino
Guido Monzino è stato un grande personaggio per la storia dell’Alpinismo italiano, la sua vita fu soprattutto dedicata ai grandi viaggi, alle spedizioni che lo portarono ad esplorare e raggiungere angoli difficili del nostro Pineta, luoghi che fanno parte dell’immaginario avventuroso di ciascuno di noi.

Guido Monzino il Signore del Polo Nord e di Villa Balbianello.

 Ho conosciuto il personaggio di Guido Monzino nel 1996 quando ho iniziato a lavorare come guida turistica e le prime visite le ho svolte presso la splendida Villa Balbianello che grazie a lui nel 1974 ritornò a recuperare il suo splendore e a risplendere in tutta la sua bellezza ed unicità.

Purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona, ma in me è vivo il ricordo della “luce”, dell’orgoglio e dell’affetto con cui mi ha raccontato di lui Bruno Casagrande, che fu con tutta la sua famiglia, per molto tempo, custode della splendida dimora sul Lago. Ogni volta che sia lui che sua moglie ed i figli pronunciavano il nome di Guido Monzino i loro volti avevano un’espressione di gioia e rispetto verso quest’uomo che durante la sua vita realizzò grandi Viaggi, visse avventure in quasi tutto il globo terrestre, lavorò alla guida dell’azienda di famiglia (il gruppo della Standa) e fece importanti opere di beneficienza e solidarietà verso i Popoli meno fortunati del Mondo. Una loro frase mi è rimasta impressa, ed ancora oggi mi piace ripeterla quando porto i miei clienti in visita in questo luogo unico del Lago di Como: “ Per Monzino Villa Balbianello era più che una dimora, una Villa, per lui Balbianello era la sua ultima spedizione”, dopo tanti viaggi, scalate, il suo desiderio era quello di ridare alla Villa il suo antico splendore e farla divenire un luogo d’incontro per gli amanti del mondo dell’Alpinismo, delle montagne, delle spedizioni. Questo era per Monzino questo luogo speciale, dove amava circondarsi di poche persone, pochi ospiti ma di tanta pace e di tutta la bellezza della natura che lo circondava.

Guido Monzino incontrò il mondo della montagna quasi per caso a metà anni cinquanta quando totalmente digiuno di alpinismo, scalò il Cervino con la guida di Achille Compagnoni, protagonista con Lino Lacedelli della prima scalata del K2.L’incontro con il fascino  delle montagne fu per lui una vera rivelazione che lo portò a rincorrere mete sempre più lontane, animato da uno spirito romantico di avventura e di conoscenza,e dal desiderio di inserirsi nel filone delle grandi spedizioni esplorative che a cavallo fra il XIX e il XX secolo erano state organizzate dal Duca degli Abruzzi che fu il suo modello ideale.

La prima spedizione organizzata da Guido Monzino, la traversata da Dakar, in Senegal, ad Abidjan in Costa d’Avorio, nel 1955, fu il trampolino di lancio per le 20 missioni che diresse nei vent’anni successivi. L’estate seguente iniziò la collaborazione con le guide di Valtournanche che lo seguirono poi in tutte le altre imprese, così come il Duca degli Abruzzi si era giovato quasi esclusivamente di guide di Courmayeur. Il connubio fra i collaboratori locali affiancati alle guide di Valtournenche divenne un tratto caratteristico delle sue imprese.

Il 19 Maggio 2016 sarà il 45° anniversario della spedizione al Polo Nord eseguita nel 1971. Guido Monzino , le guide della Val Tournanche Mirko Minuzzo e Rinaldo Carrel (due anni più tadi furono fra i primi italiani a toccare la vetta dell’Everest), il cileno Arturo Aranda vicecaposepdizione, i tecnici danesi e le 22 guide eschimesi raggiunsero i 90° di latitudine nord con i mezzi tradizionali delle slitte e dei cani. Fu la prima volta che la bandiera italiana venne issata al Polo Nord, dopo che il duca degli Abruzzi il 25 aprile 1900 aveva raggiunto gli 86° 43’ nord. Se si considerano solo le spedizioni con slitte trainate da cani, Guido Monzino fu preceduto unicamente dal gruppo guidato dall’inglese Wally Herbert, nel 1969.

Le slitte erano 23, ed erano delle vere e proprie “case viaggianti” trainate da 330 cani, per i quali erano state approvvigionate 25 tonnellate di pemmican, speciale impasto di carne e pesce in polvere. Il percorso fu lungo e difficile a causa della banchisa in continua trasformazione, in alcuni punti ricoperta di neve soffice ed in altri interrotta da canali, Monzino e i membri del suo team dovettero convivere con temperature freddissime  anche inferiori a -45°. Il 19 maggio 1971 venne raggiunto il Polo Nord, ma il ritorno si presentò ancora più difficile per l’aumento della temperatura che rendeva sempre meno compatta la banchisa sul Mar Glaciale Artico e costringeva a superare ampi canali che si aprivano da ogni parte. Dopo 71 giorni e dopo avere percorso con le slitte circa 5000 km la spedizione si concluse il 20 giugno 1971.

Guido Monzino
Guido Monzino

Villa Balbianello ospita al suo piano superiore, il quinto aggiunto da Monzino, una sala speciale dedicata al Polo Nord ed ai suoi grandi viaggi. E’ interessante ed emozionante visitarla e trovarsi faccia faccia con i tanti cimeli, ricordi, fotografie, attrezzature legate a queste grandi imprese. Una sezione di questa sala museo è proprio dedicata alla spedizione al Polo Nord del 1971, suggestivo vedere la slitta originale usata da Monzino, la bandiera italiana issata all’arrivo al Polo, l’equipaggiamento da lui usato realizzato dagli eschimesi il giaccone di pelliccia di caribù e gli stivali di pelle di foca, la splendida e preziosa collezione di statuette inuit in dente di tricheco ed il sorprendente dente di narvalo… Tutto questo ci riporta indietro nel tempo e ci fa rivivere importantissimi momenti, grandi spedizioni che hanno fatto una fetta della storia dell’alpinismo italiano. Non dimentichiamoci che nel 1973 fu proprio Guido Monzino ad organizzare e guidare la prima spedizione italiano sul “tetto del mondo”, l’Everest.

Il prossimo 19 Maggio, in occasione dell’importante anniversario del Polo Nord, Villa Balbianello ospiterà Arturo Aranda che fu vicecapo spedizione e ci sarà un’importante cerimonia in ricordo di questa grande impresa che vedrà anche la proiezione del filmato Polo Nord nella sala delle scuole elementari di Lenno. Un’occasione importante in cui ricordare un personaggio importante, la sua vita, le sue spedizioni.

Monzino, Minuzzo, Carrel - Polo Nord
Monzino, Minuzzo, Carrel – Polo Nord 19.05.1971

Guido Monzino dai ghiacci del Polo al Lago di Como, alla sua amata Villa Balbianello dove lui ha desiderato di restare per sempre facendo seppellire le sue ceneri nella ghiacciaia situata nello splendido giardino a picco sul Lago, la ghiacciaia simbolo dei suo grandi Viaggi : la roccia dell’Everest ed i ghiacci del Polo Nord.

Una sola parola in conclusione: grazie Guido Monzino!

Le foto pubblicate nell’articolo sono state prese da siti web.

Cosplay a Como!

Cosplay a Como!!! Cosplay@Mag, per la prima volta il 19 Marzo si è svolto a Como un evento Cosplay, organizzato da me e dalla galleria MAG in occasione della mostra “Hitokoma Manga Show “,nato per far conoscere al pubblico comasco un altro aspetto della cultura Manga. L’arte cosplay è sicuramente molto presente nella contemporanea società nipponica, ma ha molti proseliti anche in Italia.
Cosplayers a Como Ph.C.Pozzoni
Cosplayers a Como

Le sue origini statunitensi risalgono al 1939, ma è nel 1984 che un reporter giapponese, Takahashi Nobuyuki coniò la parola cosplay, da una contrazione delle parole costume e play, però solo nel 1995 si ha la vera diffusione in quanto la stampa giapponese dedicò un articolo ad alcuni ragazzi di Tokyo che abitualmente indossavano i costumi ispirati alla serie Neon Genesis Evangelion. Da allora il cosplay si è sempre più diffuso anche nel resto del mondo, ma è in Giappone che resta un fenomeno di carattere sociale e popolarissimo, tant’è che nei quartieri centrali di Shibuya e Rappongi di Tokyo migliaia di giovani sono perennemente truccati e vestiti come i loro personaggi preferiti

In Italia, diversamente dal Giappone, la realtà del cosplay è sicuramente di carattere hobbistico, infatti migliaia di uomini e donne hanno la passione per il travestitismo divertendosi a rappresentare il loro personaggio preferito delle serie cartoons giapponesi o americane.

I cosplayers dedicano tanta attenzione e passione al buon risultato dell’imitazione del loro personaggio preferito, creando i costumi, il trucco e imitandone persino le movenze e la voce, sfiorando appunto varie arti, dalla sartoria fino alla recitazione.

Lupin III Como
Lupin III Como

Più di venti cosplayers hanno sfilato fra le vie del centro storico di Como e successivamente alla galleria MAG, i loro personaggi: Lady Oscar, Goldrake, Creamy, Capitan Harlock, la compagnia di Lupin III° con Jigen, Goemon e il commissario Zenigata, Sailor Moon, Actarus, Souh Mikoto, Manukata Reisi, Yuko da XXX Holic, Sailor Mercury, Luna, e Inferno Queen Elza ed altri hanno dato vita ad una performance ricreando i loro gesti rituali e ambientazioni tratte dalle scene più famose delle loro serie.

E’ stato un pomeriggio diverso in cui arte e divertimento si sono unite ripercorrendo il ponte culturale fra il nostro Paese Italia ed l’affascinante Giappone!

Lady Oscar @ Mag
Lady Oscar @ Mag
Lady Oscar & Sailor Moon
Lady Oscar & Sailor Moon
Inferno Queen Elza
Inferno Queen Elza

 

Lady Oscar & Sailor Mercury
Lady Oscar & Sailor Mercury

Fotografie di Carlo Pozzoni, Danilo Salvini, Claudio Giannetta.

MANGA SHOW, ARTE HITOKOMA. IL GIAPPONE A COMO!!!

Manga Show l’arte Hitokoma a Como per la prima volta!

La città di Como è gemellata da quaranta anni con la città giapponese di Tokamachi, ma  Como è anche la città di partenza del ponte culturale artistico che la lega alla città di Kyoto; tutto questo grazie a Salvatore Marsiglione e Tomahura Aoyama direttori delle gallerie d’arte MAG e TOMO che dal 2013 hanno dato vita ad un’importante parternship il cui obbiettivo è lo scambio artistico fra i due Paesi.

L’Arte testimonia ancora come la cultura non abbia confini geografici e barriere e possa essere un importante mezzo di congiunzione tra due Paesi così lontani.

Hitokoma Manga Show è la prima mostra in Italia di artisti Manga in Italia. Inaugurata Giovedì 10 Marzo la mostra è visitabile presso gli spazi della MAG di Como, in Via Vitani 31.
Protagonisti dell’esposizione sono il professor Yukio Shinohara, il più importante artista Manga giapponese vivente, molto celebre é la sua opera realizzata dopo l’attacco terroristico a Charlie Hebdo lo scorso anno, durante il quale furono uccisi due suoi colleghi ed amici; insieme a lui  i giovani artisti di grande talento , laureati all’Università Seika di Kyoto e che hanno intrapreso la carriera artistica professionale: Takatoshi Okayama, Kana Hashimoto, Tsuyoshi Ogawa e Taro Sakakibara.

L’Università Seika di Kyoto è stata la prima, ed unica, istituzione al mondo ad avere  costituito il corso di Manga ora tenuto dal Prof. Yukio Shinohar. Forte e molto attiva  collaborazione  fra Università ed  il Museo Internazionale di Manga di Kyoto.

Hitokoma Art è un neologismo creato dal Prof. Yukio Shinohara dalle parole Hitoko ( per la gente ) Manga ( cartone animato/fumetto ) e Art. Le opere di Hitokoma Art vengono disegnate normalmente a penna e poi colorati con colori ad acquarello, ma in mostra a Como ci sono anche lavori dipinti a colori acrilici su tela o su carta.

Nello stile Hitokoma, c’é umorismo, cinismo, enigma e confronto con la realtà, ma il vero protagonista è il punto di incontro tra lo spettatore e l’opera, tra due punti di vista, entrambi rispettati nella loro integrità.

Nella religione giapponese dello Shintoismo, si crede che gli Dei facciano parte di ogni elemento naturale, cielo,  terra,  montagne, fiumi … ed un tipico atteggiamento, quello dello “wa”, rispetta sempre il punto di vista degli altri. Si deve stare sempre attenti a non ferire qualcuno inaspettatamente e non avere nessun malinteso. L’essenza di “Hitokoma Art” insieme allo spirito di satira e alla cultura Manga fa sentire il piacere di interpretare l’umorismo nascosto.

Una mostra interessante, curiosa, da non perdere assolutamente perché è l’occasione di avvicinarsi ad una cultura sconosciuta a molti di noi, una cultura nuova ed affascinante.

Italia- Giappone, Como-Kyoto perché Arte e Cultura uniscono popoli, stili e vite che sembrano essere tanto lontani e diversi nel linguaggio universale delle emozioni.

Prof. Shinohara Manga Show Hitokoma Art
Prof. Shinohara Manga Show Hitokoma Art
artisti Hitokoma Art Manga Show
Intervista agli artisti Hitokoma Art Manga Show
Urban Japan-Taro Sakakibara Manga Show
Urban Japan-Taro Sakakibara
Inaugurazione Hitokoma Arta Manga Show alla MAG
Hitokoma Arta Manga Show alla MAG
Inaugurazione Hitokama Art manga Show
Inaugurazione Hitokama Art Manga Show
Tomohary Aoyama alla MAG Manga Show
Tomohary Aoyama alla MAG Manga Show

 Fotografie di Daniela Rampoldi Guida Turistica di Como e Provincia

 

 

GIANLUCA CHIODI – UMANA NATURA A COMO!

Gianluca Chiodi è per la prima volta in mostra a Como presso gli spazi della MAG che come ogni anno punta la sua attenzione su un fotografo contemporaneo.

L’attività di Gianluca Chiodi ha inizio negli anni ‘90 quando trentenne si avvicina alla fotografia lavorando per l’editoria, la pubblicità e la moda, per approdare nel 2003 al mondo dell’arte.

Al centro della sua ricerca troviamo l’uomo nella sua imperfetta perfezione e la natura vista con quell’atteggiamento tipico del pensiero filosofico Scintoista che la colloca al centro di tutto e generatrice di tutto e pertanto va rispettata, venerata e soprattutto tutelata, poiché è da essa che deriva l’equilibrio della vita.

In mostra fino al 5 Marzo sono le opere di Gianluca Chiodi racchiuse in tre diverse serie : Risvegli_100% biodegradabile vuole scuotere le nostre coscienze sbattendoci in faccia, senza troppe remore, lo scempio che l’uomo sta compiendo sull’ambiente che lo circonda, irrispettoso del suo naturale equilibrio.

Risvegli 100% Biodegradabile G.Chiodi
Risvegli 100& Biodegradabile G.Chiodi

Hot Skin esplora l’aspetto erotico della natura umana partendo dal presupposto che tutti noi, ancor prima della reale conoscenza, proiettiamo sulle persone che ci attraggono, le nostre private fantasie e perversioni, mossi dalla biochimica e dai comportamenti del nostro essere, forse l’aspetto più animale della nostra essenza.

Hot Skin -G.Chiodi
Hot Skin -G.Chiodi

L’inedito Orbite in cui Gianluca Chiodi esprime il concetto che la soluzione al nostro annientamento passa inevitabilmente attraverso un comportamento rispettoso dell’ambiente/natura verso il quale il nuovo approccio dovrà essere simile ad un nuovo approdo, consapevoli di essere noi stessi natura ovvero parte di un tutto senza il quale la nostra sopravvivenza non sarà possibile.

Orbite- G.Chiodi
Orbite- G.Chiodi

Umana natura è il titolo dato a questa bellissima esposizione, un titolo che esprime il concetto che la natura è sia fuori che dentro l’uomo ,se l’uomo è natura e la natura è l’uomo, dovremmo rivedere il nostro personale nonché culturale atteggiamento verso di essa, consci che la natura può dimostrarsi implacabile ed aggressiva, spesso ribellandosi al nostro fare con furia e distruzione.

Il nostro Eden é oggi ed è qui, sul pianeta che abitiamo e di cui siamo responsabili, ma che non ci potrà ancora a lungo ospitare “a tutti i costi”.

Una mostra che racchiude nelle opere esposte un concetto profondo ed attuale e che testimonia come il nostro stile di vita è la chiave per un futuro migliore e per la salvezza del nostro Pianeta.

Assolutamente da non perdere!

Umana Natura- Opening
Umana Natura- Opening

Umana Natura dal 13 Febbraio al 5 Marzo 2016 presso MAG Via Vitani 31, Como. Dal Martedì al Sabato 10:00- 13:00 15:00-19:30.

Fotografie di Daniela Rampoldi

 

ALESSANDRO VOLTA BUON COMPLEANNO!!!

Alessandro Volta il “Genio” di Como compie oggi 271 anni!!!

Buon compleanno quindi ad uno dei più illustri cittadini della nostra Como, nato il 18 Febbraio del lontano 1745 nell’antico palazzo situato nell’attuale via Volta, da don Filippo e donna Maddalena dei Conti Inzaghi.

Alessandro Volta è un simbolo per la nostra città a cui diede lustro grazie soprattutto alla sua storica invenzione del 1799: il primo generatore elettrico mai realizzato, ovvero la pila!

La storica invenzione venne fatta dal grande fisico comasco nella sua casa di Lazzate , un anno più tardi in una comunicazione del 20 marzo 1800 e indirizzata al presidente della Royal Society, sir Joseph Banks, Volta annunciò a tutta la comunità scientifica dell’epoca l’importante invenzione da lui qui chiamata “organo elettrico artificiale” e paragonata all’organo elettrico del pesce Raja Torpedine. La comunicazione fu in seguito pubblicata sulle “Philosophical Transactions” con il titolo On the Electricity excited by the mere Contact of conducting Substances of different Kinds.

Nel mese di giugno Napoleone conferma con decreto Volta professore di Fisica sperimentale nell’ Università di Pavia e direttore del “Gabinetto di fisica”.

Un onore avere avuto un cittadino tanto importante che con la sua invenzione mise le basi dell’era moderna!

Alessandro Volta Guida Turistica Como
Alessandro Volta- G.Bertini presso Tempio Voltiano
Tempio Voltiano Como- Ph D.Rampoldi
Tempio Voltiano Como- Ph D.Rampoldi

Alessandro Volta Buon Compleanno di Daniela Rampoldi Guida Turistica Lago di Como

Immagini: Alessandro Volta olio su tela di G Bertini custodito al Tempio Voltiano di Como, Tempio Voltiano fotografia di Daniela Rampoldi

GIUBIANA AL ROGO!

Fra poche ore a Cantù, come ogni ultimo giovedì di Gennaio sarà bruciata la Giubiana!

Un’antica tradizioni che ha le sue origini nei tempi remoti e da sempre molto sentita da tutti i Canturini.

Incerta è l’origine del nome Giubiana, c’è chi sostiene che derivi dal culto alla divinità di Giunone , chi lo ricollega a Giove, Giovedì,  da qui l’aggettivo Giovia e quindi Giobia per indicare le feste contadine di inizio anno per propiziare le forze della natura che, secondo la credenza popolare, condizionano l’andamento dei raccolti.

La Giubiana è un grande fantoccio di paglia vestito di stracci, una strega spesso magra, con le gambe molto lunghe e le calze rosse. Vive nei boschi e grazie alle sue lunghe gambe, non mette mai piede a terra, ma si sposta di albero in albero. Così osserva tutti quelli che entrano nel bosco e li fa spaventare, soprattutto i bambini. E l’ultimo Giovedì di Gennaio va alla ricerca di qualche bambino da mangiare. Ma una mamma le tese una trappola, preparò una grande pentola piena di risotto giallo con la luganega , e lo mise sulla finestra. Il profumo era delizioso, e la Giubiana quando lo sentì corse con la sua scopa verso la pentola e cominciò a mangiare il risotto. Il risotto era abbondante e così buono, che la Giubiana non si accorse che stava il tempo stava passando e stava per arrivare il sole. Il sole uccide le streghe, e così successe ed il bambino fu salvo.

La tradizione specificatamente canturina vuole la Giubiana sia messa al rogo perchè, Castellana fedifraga, che tradì Cantù durante la guerra decennale tra Como e Milano nel XII secolo. La Castellana viene portata in corteo nelle vie del centro cittadino per essere infine messa al rogo al centro della  Piazza Garibaldi che viene così illuminata e riscaldata dal falò propiziatorio!!!

Giubiana Cantù Tourist Guide Lake Como
Giubiana Cantù

Fotografia di Cronache e Storie.

CARNEVALE A SCHIGNANO

Carnevale è ufficialmente iniziato solo oggi, ma a Schignano,piccolo paese della Valle Intelvi, i preparativi per l’edizione 2016 hanno preso il via già nelle notte fra il 5 e 6 Gennaio, sfoceranno poi nelle sfilate e nei cortei da Domenica 31 Gennaio seguendo il rito romano.

Qui il Carnevale è da secoli un periodo di festa ed allegria molto sentito, nel passato segnava il momento di coloro che dovevano partire per i lontani luoghi di lavoro, per tornare solo verso la fine di novembre.

La manifestazione del carnevale si sviluppa secondo un modulo teatrale arcaico, quello della contrapposizione, tra i Bèi e i Brùt, i belli e i brutti. Il Bello chiamato mascarùn è il personaggio che attira l’attenzione dello spettatore con la sua superba voglia di esibire sé stesso, nello splendore del suo costume finemente confezionato, ed ornato di tutto punto con pizzi foulards, collane ed ori, il gran pancione chiamato bùtasc, composto da bellissime stoffe dai colori forti, ha in testa un cappello rivestito da fiori variamente colorati e completato dai bindèi un fascio di nastri colorati che si allungano sulla schiena, completa poi il tutto la maschera in legno con dolci e gentili lineamenti. Il bello vuole apparire ed ostentare la sua ricchezza ed a rafforzare il tutto contribuisce anche il suo signorile modo di muoversi tra la gente e di rapportarsi con le altre maschere, si pavoneggia, ad annunciare il suo arrivo  e la sua presenza il suono delle quattro campane legate alla vita.

Rivale del bello è  il Brut, il brutto. Personaggio sgraziato e povero il suo costume è fatto di stracci, vecchie scarpe e cappelli deformati, il suo pancione a differenza di quello del bello è cadente e deformato, il suo è un andare incostante alle volte stanco ed alle volte frenetico. La sua maschera lignea, sempre intarsiata a mano, ha lineamenti molto forti e marcati alle volte ne esalta le malformità con bocche storte, denti mancanti o nasi sproporzionati. Porta con sé oggetti: scope, gerle, alle volte l’abito è finito da pelli animali a sottolinearne ancor di più la miseria, ma l’oggetto più ricorrente è la valigia  con dentro poche cose vecchie, stancamente e tristemente portata come quella dell’emigrante. Lo si sente arrivare al suono delle “cioche” campanacci mal suonanti fatti di ferraglia.

Tra questi due personaggi si pone la “ciocia”, un personaggio femminile ma interpretato da un uomo con il volto sporco di fuliggine, abiti tradizionali e zoccoli di legno. E’ la sola maschera parlante del Carnevale, che inveisce contro il marito che la trascina, corteggiando altre donne, prendendola in giro.

Ed ancora i Sapeur con il volto dipinto di nero e abiti in pelle di pecora, lunghi baffi , hanno una borraccia ed un’ ascia di legno, il sabato e il martedì grasso, aprono e sorvegliano il corteo dietro alla Sigurtà, maschera che invece rappresenta l’autorità e porta un cappello militare, una mantella con una fascia recante la scritta “sigurtà”.

Il Carnevale comincia ancor prima dell’alba , il Bel con la lanterna gira le vie del paese qu annunciandolo. Nel primo pomeriggio poi gli abitanti si ritrovano tutti in piazza San Giovanni dove è appeso seduto su una sedia il “Carlisep”, questo fantoccio è  la personificazione del carnevale, la sua maschera è quella di un brutto, e da qui inizia il singolare  corteo che assume i caratteri degni dell’antica tradizione della Commedia dell’Arte.  A far compagnia alle tante  maschere c’è la fughèta”, un gruppo di sei o sette strumenti a fiato che con la loro musica riscaldano il clima.

Non c’è un perché uno Schignanese scelga di interpretare una maschera piuttosto che un’altra, sembra essere una cosa già insita in loro, certo è che il Carnevale è da sempre una parte importante di ogni abitante del paese intelvese!

Carnevale Schignano Tourist Guide Lake Como
Carnevale Schignano
Carnevale Schignano Guida Turistica Como
Carnevale Schignano
carnevale Schignano Tour Guide Lake Como
Carnevale Schignano- Bel

Le fotografie presenti sono di: 01 Laghi d’Italia.net 02 Associazione Carnevale di Schignano 03 Como-Lugano Lakes

GIARDINO DEL MERLO!

Il Giardino del Merlo! Oggi ho voglia di rispolverare un luogo che è fra i ricordi della mia infanzia, un luogo che quando ero bambina era per me pieno di fascino e curiosità, ogni volta che ci andavo cercavo di immaginarlo vivo in tutta la sua bellezza e vivacità. Io sono cresciuta in Alto Lario, forse la parte meno conosciuta e valorizzata del nostro splendido Lago ma molto interessante e ricca di bellezza, storia, cultura e questo giardino è parte di esse.

Il Giardino del Merlo, già il nome è curioso e buffo allo stesso tempo, ed in effetti mi sono chiesta più volte perché si chiamasse così e la risposta che mi è sempre piaciuto darmi è perché i merli lo scegliessero per nidificarvi e vivervi vista la sua posizione panoramica e riparata, si trova poco sopra la frazione di Genico a Musso, paese storico per le vicende che hanno visto la cattura di Benito Mussolini nell’Aprile del 1945,e qui ha le radici la mia famiglia paterna. Il territorio del giardino si sviluppa per essere più precisi sulle ripide rocce sottostanti la piccola chiesa di Sant’Eufemia tra Musso e Dongo, nella zona dove sorgeva il Castello cinquecentesco fatto erigere da Gian Giacomo Medici, il Medeghino, alcune rovine della rocca sono ancora oggi visibili.

Fu ideato nel 1858 da Giovanni Manzi membro della celebre Famiglia Manzi che fece costruire l’omonimo Palazzo nella piazza principale di Dongo di cui è sede del Municipio . L’opera di Giovanni Manzi venne proseguita poi dalla nipote Giuseppina la quale si occupò ed arricchì la bellezza del Giardino del Merlo e continuò nel mantenerlo sempre aperto ai frequentissimi turisti italiani e stranieri. Alla sua morte, nel 1945, il Giardino rimase purtroppo per lungo tempo incustodito poi venne venduto alla SA Scalini ed in seguito ad una famiglia locale. Nel 2013 fortunatamente la Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio iniziò un restauro del complesso per consentire la ripresa della sua completa fruibilità.

Questa in breve la storia di questo luogo così affascinante e ricco di storia, ma il Giardino del Merlo é secondo me ancora oggi un angolo poco valorizzato che meriterebbe molta più attenzione, uno dei tanti gioielli poco apprezzati del nostro splendido territorio. Un giardino botanico selvaggio e naturale con cento varietà di piante, realizzato in un punto particolarmente riparato del Sasso di Musso e questa sua posizione permette di vedere insieme alla tipica vegetazione locale bellissime e grandi piante di fichi d’india, palme, alberi di eucalyptus e profumati cespugli di bergamotti. Dietro alla sua realizzazione in un punto anche scomodo ci fu una grande abilità di progettazione architettonica, il suo impianto ricorda in un certo senso i giardini liguri a picco sul mare, suddiviso in tre aree: una centrale adibita a vero e proprio giardino botanico e due laterali adibite a bosco. La sua bellezza paesaggistica è secondo me ineguagliabile con gli ampi scorci mozzafiato sulle rive ed i paesi dell’Alto Lago, camminando lungo i suoi sentieri si incontrano gallerie, scalette, terrazze panoramiche, piccole grotte, ed è proprio in una di queste, diventata un minuscolo appartamento mimetizzato fra la vegetazione, che mi piaceva entrare, fantasticare su com’era vivere in un luogo tanto bello, impervio e misterioso anche se a poca distanza da casa mia, perché era proprio qui che viveva il guardiano del giardino …

Giardino del Merlo
Giardino del Merlo
Giardino del Merlo - Ingresso
Giardino del Merlo – Ingresso
Giardino del Merlo -Panorama
Giardino del Merlo -Panorama

Le fotografie presenti sono di: n.01 Associazione Iubilantes n.02 Comune di Musso n.03 Panoramio

MENO KILI Più NATURA!!!

“L’Epifania tutte le Feste si è portata via” ma se la Befana si é portata via tutte le feste, molti di noi si sono ritrovati con i famosi kili di troppo messi su durante i vari aperitivi, cene, pranzi, merende . I rimedi per eliminarli ci sono e lo sappiamo, qualcuno si mette a dieta, con tanti buoni propositi ci si iscrive a palestre o ai più svariati corsi di ginnastica, zumba, aerobica e chi più vuole più ne metta …. ma se ci guardiamo attorno abbiamo un’altra soluzione offerta dal nostro territorio: le nostre splendide montagne!!!! Allora approfittiamo del tempo ancora bello e non così freddo, della poca neve ed organizziamoci, basta poco: uno zaino, buone scarpe da trekking, giacca calda, berretto, macchina fotografica per immortalare vedute nuove e splendide del nostro Lago e un po’ di voglia di camminare! Siamo fortunati perché attorno a noi abbiamo un Paradiso e non serve essere dei Reinhold Messner per raggiungere dei luoghi incantevoli di pace, luce, silenzio, ed energia nuova.

Vi consiglio quindi alcuni percorsi poco impegnativi ma di grande impatto. Il cammino di San Martino di Griante, partendo dalla base poco sopra l’abitato di Griante si segue il sentiero che porta verso la dorsale della montagna, superato il primo pezzo in salita abbastanza ripida con ampi gradini in parte nel bosco si raggiunge l’altezza a metà montagna per poi proseguire in piano godendo di una vista incantevole sul Centro Lago. Una volta raggiunta la chiesetta di San Martino, che quando la si guarda dal basso sembra essere stata incollata alla montagna invece venne costruita nel lontano XVI secolo diventando poi un venerato santuario mariano in seguito al ritrovamento di una quattrocentesca statua lignea della Madonna con il Bambino, viene spontaneo esclamare “wow” perché davanti ai vostri occhi si apre una delle vedute più indimenticabili del nostro Lago con la punta di Bellagio, la divisione dei due rami Como e Lecco, Varenna . La vista spazia largamente sul cuore del Lago che visto da quassù è ancora più magnifico!

Centro Lago-Bellagio da San Martino
Centro Lago-Bellagio da San Martino

Altro punto da dove godere una veduta mozzafiato sempre del centro Lago è il conosciuto Rifugio Menaggio situato nel comune di Plesio a 1383 metri di altezza su un poggio ai piedi delle pareti meridionali del monte Grona. Questo percorso è più impegnativo di San Martino ma una volta arrivati al “traguardo” si è pieni di soddisfazione e di voglia di proseguire ed esplorare il Monte Grona, il Bregagno, Sant Amate; magari dopo un buon pranzo al rifugio o ancor meglio la mattina seguente dopo una ricca cena preparata egregiamente dai gestori del rifugio e una notte di riposo in questo luogo di pace! Raggiungere il punto di partenza per il rifugio é piuttosto semplice, da Menaggio si sale verso Plesio, da qui si prosegue lambendo lo stabilimento di produzione dell’acqua minerale Chiarella per giungere, poco dopo, alla frazione di Breglia e quindi le case dei Monti di Breglia fino ad un ampio parcheggio da dove, si raggiunge il rifugio in circa 50 minuti di cammino.

Rifugio Menaggio
Rifugio Menaggio

Se invece si preferisce qualcosa di più light e non in altezza merita sicuramente il percorso della Greenway del Lario, un percorso naturalistico e culturale  che si snoda per  10 km attraverso i comuni di Colonno, Sala Comacina, Ossuccio, Lenno, Mezzegra, Tremezzo e Griante, in parte appena sopra gli abitati e in parte lungo il lago, una dolce passeggiata che ripercorre i tratti dell’Antica Via Regina, via di comunicazione di origine romana. Lungo la greenway si possono così scoprire le diverse anime di questo territorio: i borghi storici, gli scorci rurali, i paesaggi di lago, le chiese, le Ville e i giardini di pregio. Si tratta di un tracciato che segue e si sviluppa sulla rete di collegamenti esistente per questo è possibile sia percorrerla interamente, in circa 3 ore e mezza, sia immettersi sul tracciato in uno dei cinque singoli tratti in diversi punti di incrocio con la rete stradale e con i servizi pubblici.

Greenway
Greenway

Ma ora basta parole, mettiamoci in cammino e bruciamo i kili in più !!!  😉

 

NATALE & CO!

NATALE & CO!

Natale e company, Natale e Como!

Natale è passato da pochi giorni ma lo si respira ancora a viva pelle fra le vie del centro di Como, dove i negozi attirano i nostri sguardi con vetrine riccamente addobbate, dove le bancarelle del mercatino ci propongo dolci, specialità gastronomiche locali e non, oggetti particolari, dove le persone sono ancora centinaia nelle diverse ore del giorno complice anche questo tempo un po’ pazzerello con temperature sopra la media invernale ed assenza di neve in montagna. Quest’anno, più che nei passati, i battelli sono ancora affollati di turisti richiamati dalla bellezza del nostro Lago che sempre di più viene considerato meta anche invernale a dispetto delle tante, troppe direi, strutture chiuse.

Il Duomo in questi giorni propaga ancora di più la sua magia, unicità ed equilibrio armonioso con un’atmosfera profonda e spirituale che si coglie appena varcata la porta d’ingresso avvicinandosi allo splendido presepe ed inchinandosi davanti alla dolcezza del volto di Gesù Bambino al centro dell’abside centrale.

Natale che ora lascia spazio all’attesa del nuovo anno, sono questi i giorni in cui la domanda più ricorrente è “cosa fai a Capodanno” “dove andiamo a Capodanno” e Como è pronta a rispondere a questa richiesta con il suo “Capodanno in Piazza”, che vedrà festeggiamenti, divertimento, musica nelle maggiori piazze del centro ed il consueto spettacolo pirotecnico a mezzanotte; che si farà nonostante le polemiche e discussioni legate al livello troppo alto di inquinamento atmosferico che sta interessando la nostra città e tanti altri centri del Bel Paese. Per chi invece desidera una festa sull’acqua eccolo accontentato dalla famosa “Crociera di Capodanno” che da diversi anni viene organizzata dalla compagnia di Navigazione Lago di Como, un modo originale per salutare il nuovo anno circondati dalla magia del Lago in versione notturna, con la grande bellezza del Lario accompagna i passeggeri fino quasi all’alba!

E poi dopo pochi giorni arriverà ciò che tutte le feste porta via: l’Epifania! E anche il sei Gennaio sarà un giorno di festa in cui la tradizione sarà protagonista nei vari paesi lungo le sponde del nostro Lago, mi viene subito in mente a questo proposito la famosa “Pesa Vegia” di Bellano, che si svolge la sera del cinque una celebre manifestazione ormai centenaria caratterizzata e arricchita con importanti coreografie di contorno, con la partecipazione di oltre un centinaio di personaggi che sfilano con il corteo spagnolo a cavallo. A Como in Piazza Duomo invece il pomeriggio del sei i tantissimi bambini aspetteranno con trepidazione l’arrivo della vecchina più famosa la Befana!

E poi il sette Gennaio tutto tornerà ad essere “normale”, ma ci sarà custodita in chi è solo passato, in chi l’ha vissuta e sentita la magia del Natale di Como!

Via Vitani Natale
Via Vitani
Mercatino Natale
Mercatino Natale
Presepe Duomo Como
Presepe Duomo Como
Gesù Bambino Duomo
Gesù Bambino Duomo
Presepe Frati Dongo
Presepe Convento Frati Francescani Dongo